"Se ci sono due alberi" è il titolo del terzo romanzo di una delle figure più eclettiche del panorma culturale lucano: Anna R.G. Rivelli. Il volume, a partire dalla veste grafica sino ad arrivare ai contenuti e alle infinite implicazioni psicologiche e filosofiche, è una collezione di rimandi e riflessioni che investono la vita di ciascuno e che spingono il lettore a interrogarsi, a guardarsi dentro. È questa la cifra distintiva dell'intera produzione letteraria e poetica di Rivelli: rivolgersi all'altro e condividere un'idea di libertà e di anticonformismo, talvolta difficile da elaborare ma estremamente semplice da praticare. La trama diventa così un pretesto per cercare di invogliare il lettore a vivere nel senso più ampio e vero del termine. "A chi ha paura di vivere perché ne trovi il coraggio": è una delle due dediche presenti nel libro. Se resti dentro il quadro vivi; se esci sei vivo - scrive l'autrice nell'incipit del testo.
Il volume Eretica Edizioni - anche il nome dell'editore non è casuale - è stato presentato nella sala conferenze della Biblioteca Nazionale di Potenza. "Per chi scrive il momento della presentazione è bello e importante - sottolinea Anna R. G. Rivelli - capisco ciò che gli altri hanno visto, e nello stesso tempo mi svelano cose che neppure so. La storia di Lu, la protagonista del romanzo, è la storia di tutti gli individui che, attirati nel vortice dell'omologazione, vivono nell'accettazione passiva di quanto viene loro dato. La vita non può essere una tana o una costrizione - continua l'autrice - vivere significa essere la vita. Tutto ciò che facciamo nella vita resta. Tutto ciò che dalla vita ci viene dato, può e deve essere governato e amato ma bisogna crederci!
Lu è un nome spezzato, breve, indefinito. Lu può essere tutto o niente, dipende dalla continuazione. È una figura fragile e tormentata che, dopo essere stata trovata priva di sensi nel vagone di un treno di cui non si conosce la destinazione, viene condotta in una struttura e relegata in una stanza con la finestra chiusa e l'aria condizionata.
"La finestra e la terrazza sono metafore della vita - spiega la giornalista Lucia Serino - solo dall'apertura della finestra Lu può assaporare il profumo dell'aria e scorgere i due alberi che rappresentano il bivio delle possibilità: c'è chi vede un solo albero e chi, invece, ne vede due. È un libro sulla libertà contro la meschinità dell'apparenza."
"..perché l'anima - pensava Lu - l'anima si vede; si può vedere perché a tratti ci trabocca e ci sovrasta, perché non la contieni quando è ricca e forte.." Dalla lettura intensa della poetessa e attrice lucana Mara Sabia, il pubblico racchiude in un applauso il suo assenso.
"Nel romanzo ci sono immagini che restano scalfite nella mente - afferma il consigliere regionale Vito Santarsiero - come quella di Lu che, con una veste bianca, si libra sul cornicione del terrazzo per recuperare la libertà. È un'opera permeata di una visione profonda della vita. L'invito ad avere il coraggio di vivere una vita fuori dall'ordinarietà: è il messaggio più forte.
"La trama del libro è costruita con grande perizia ed è presente una ricerca linguistica accurata e laboriosa - sottolinea il Direttore della Biblioteca Nazionale Franco Sabia - il titolo del romanzo non poteva che essere così originale.
Sono io che non so vivere o voi che non vivete - si chiede Lu. La risposta è nella scelta tra "accontentarsi di restare pastorello in un presepio immobile" o "riappropriarsi di un'energia che non ha nome e scorre, annullando confini e convenzioni".