DELL'OTTO DI OGNI MESE DI MARZO: LA FESTA DELLE DONNE TRA SCHEGGE DI VITA E CUORI IN TRINCEA – UN SENTITO GRAZIE A “GRUPPO COORDINAMENTO DONNE DI AVIGLIANO”.
“…essere donna è così impegnativo ed affascinante. E’ un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai..” il virgolettato è di quella straordinaria giornalista che è stata e “continua” ad essere e che va sotto il nome di Oriana Fallaci. Mi ricorda delle tante, lunghe, fruttuose, interessanti discussioni che tenevamo, insieme a molti altri amici, un tempo. Nemmeno troppo tempo fa, quando credo fosse più facile, rispetto ad oggi, dirsi appartenente a questa o a quell’altra ideologia ed a “dar battaglia” per difenderla. Si, in quel tempo, nemmeno troppo tempo fa, c’erano le idee, i segni, i valori: concretamente astratti, molto diversi da quelli odierni per il solo fatto che il modello sociale di allora non confortava come quello attuale sull'individualismo, ma sul senso di appartenenza ad una comunità dove il senso di partecipazione attiva non era uno slogan ma una prassi. A quei tempi, dunque, c’erano i colori: quelli netti; quelli di Montrian. Gli stappi netti: quelli di Rotella. I tagli netti: quelli di Fontana. C’erano aree, ambiti, voleri, saperi, consapevolezze. Un tempo, prima di quel di adesso, c’erano Uomini e Donne capaci di enfatizzare la struttura del proprio credo esponendolo secondo principi che andavano oltre la semplificazione teorica, ma col sodo della loro pratica di esercizio, senza affidarsi a convenienti sfumate rifulgenze. Di quel tempo ricordo della signora Clara Zetkin. Di questa figura di Donna che combatté per i diritti delle donne. Forse per questo, ed a ragione, socialista. Il suo uno spirito socialista autentico, interpretato con ortodosso rigore, che niente ha a che fare con quello di noti indigeni, cui evidentemente il modello perseguito all'ombra del suo scudo, è lo scarto biologico ed olezzante del demonio. Per inciso: ne conosco, essì che ne conosco di costoro! Chiedo perdono per la doverosa parentesi, quantomai necessaria, prima di tornare al tema che, puntualmente, ad ogni vigilia dell’otto marzo, quando si sente discorrere di emancipazione con più vigore, mi fa tornare in mente la sua figura di “donna” combattente, che visse teorizzando la liberazione della donna rispetto all’imperio maschile; che scrisse della questione femminile e la lotta al revisionismo. La rivoluzionaria Clara, credo abbia il diritto di essere ricordata come la prima delle suffragette, dopo aver lottato per il riconoscimento del diritto di voto alle donne, profetizzò la soppressione delle cause di sottomissione delle donne all'uomo quale presupposto reale per il raggiungimento della libertà. Più che un’eroina fu una combattente, appunto. Sua la proposta della istituzione, nel 1911, dell’8 marzo, per ricordare al mondo intero il tragico evento accaduto l'anno prima in una fabbrica di Chicago, dove 129 operaie morirono arse vive. Gli storici la ricordano come un esempio di straordinaria caparbietà. “Fu capace di unire azione e lucida resistenza in favore dell’autonomia femminile non escludendo una grande solidarietà umana. Aperta ai bisogni e alle attese delle classi più deboli”. Insomma, oltre segno ideologico, un esempio che vorrei non fosse vanificato, magari prestandosi a manifestazioni dal sapore tardo goliardico di cui, francamente, non c'è bisogno alcuno. Oggi, che ha visto trascorrere quei tempi, pur'anche quelli di non molto tempo fa, credo doveroso ricordare la donna nell'insieme del suo magnifico universo. Quella che ha studiato o che non l'ha fatto, che si è laureata e che si sente realizzata anche senza esserlo. Quella in carriera o che preferisce l'anonimato. Ricordare le mamme, dal tempo infinito; le casalinghe; le donne maltrattate, vittime sofferenti di mostri crudeli. É il senso della Pace. La Pace che muove per intercettare la pacificazione di genere: quella stessa per la quale si è battuta Clara Zetkin. É la domanda di Pace che viene forte e che forte scaturisce della manifestazione che il “ Gruppo Coordinamento Donne Avigliano ”, ha voluto rappresentarci con questa bella ed originale iniziativa grazie all'ideazione di Carmen Troiano, ai costumi di Ippolita Santoro, alla musicista Donatella Rosa, all'autrice musicale Carmelina Rosa e a tutti gli altri. All'associazione giungano il mio apprezzamento e i miei ringraziamenti, perché, sono convinto, questo è il modo migliore per valorizzare non il risultato di una costola adamitica, ma l'altra metà del cielo: quella tersa, che non conosce nubi.